tratto da 'Bhagavad Gita' traduzione di Ramana ed.Il punto d'Incontro- I classici pag.71 versi 40,41,42

14.02.2013 17:41

40. Ma ascolta o Arjuna : come posso descriverti la miseria dell'ignorante,di natura dubbiosa,senza fede,colui che non troverà ombra di felicità né in questo mondo né in quell'altro ? La morte, se fosse possibile,sarebbe preferibile a tale esistenza; la natura dubbiosa non può distinguere il buio dalla luce,la verità dalla menzogna, ciò che è benefico da ciò che è dannoso ed immerso nella rincorsa dei piaceri sensoriali non ha considerazione per la Conoscenza : egli ammassa soltanto montagne di incubi, peccati e sofferenza.

41. Ma l'azione non crea legami per chi vi ha rinunciato con lo Yoga e ha dissolto ogni dubbio per mezzo della Conoscenza che, come il sole, illumina ogni cosa e porta con sé il distacco che brucia ogni impurità,liberando dalla schiavitù dei desideri.

42. Così,dotato di una mente sattwica, pura, capace di discriminazione ed affilata come un rasoio, realizza la Conoscenza e con questa disperdi per sempre ogni ignoranza.

 

p.s. Rinunciare all'azione, qui si intende ,rinunciare a sentirsi l'agente dell'azione.